Flessibilità, frugalità e persistenza
Vi svelo un segreto: la vera questione non è se la vostra idea avrà successo, ma se riuscirete ad arrivare alla terza, quarta evoluzione della vostra idea iniziale, cioè alla forma che avrà successo.
Lo dico in un altro modo: quando avviate un’azienda in realtà non state scommettendo sul successo dell’attività che lanciate (probabilità minima, se è una cosa nuova); state invece avviando una sperimentazione (quasi una semplice estensione della ricerca di mercato) nella speranza che vi porti in successivi passaggi a definire un modello di successo.
Ciò comporta che sopra tutto nella prima fase la cosa che più conta è arrivare senza troppi costi e vincoli alle fasi successive. E’ facile che nella forma definitiva molti costi che avete sostenuto in precedenza, considerandoli investimenti funzionali al progetto, si dimostrino completamente inutili: mi riferisco ad esempio a pubblicità, strumentazione, software, noleggi, ecc. Quando capite questo il vostro punto di vista cambia sensibilmente, e anche se sostenete ugualmente certi costi siete in grado di vederne la reale funzione di “sprechi necessari”. Come risultato spenderete di meno, analizzerete con più attenzione i risultati, sarete più flessibili, sperimenterete più varianti.In conclusione è vero che la persistenza è una virtù che l’imprenditore deve avere, ma è anche vero che la persistenza ti può affossare (e i parenti diranno che ti avevano avvertito). Il punto è che bisogna persistentemente ripensare il proprio progetto, non insistere con quello originale che probabilmente ha qualche serio difetto. E qui entra in gioco l’arte del ritoccare, di cui parlerò in un altro post (Il ritocchismo).
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